Articolo pubblicato su "EVENTI"
Periodico di Attualità, Cultura & Sport
Dicembre 2013 - Anno XV - N.12

L’ultima opera del maestro “In cammino” è un autentico capolavoro

DE ANGELIS IL PITTORE DELL’ANIMA

In fondo all'anima ognuno, uomo o donna, ha un so­gno, cui aspira per tutta la vita, finché non lo raggiunga. Ma non tutti riescono a focalizzare il loro sguar­do sull'oggetto del sogno: spesso esso rimane un desiderio vago, nebbioso. Non tutti sanno aprire gli occhi sulla realtà evanescente, penetrare nell'essenza/inseità delle cose con l'acume della ragione o il trasporto del cuore.

L'artista e il poeta ci riescono: con le parole, con le note musicali, con la materia grezza (pietra, acciaio, marmo o cemento che sia, o colori a olio, pastelli, foglio e matita...) creano un'immagine, un oggetto, un manufatto che concretizza un'idea che non era ancora nella materia grezza, vi trasfondono una parte essenziale della loro anima, che dà corpo all'immaginario collettivo.

Il maestro Salvatore De Angelis, che spesso ama decantare coni suoi delicati colori il paesaggio naturale e accarezzare con le sue sfumature impercettibili il pendìo della collina di San Matteo o le sponde del Sarno, durante il corso della sua lunga e feconda esperienza artistica ha manifestato in diverse sue opere - come spesso gli ho riconosciuto - di possedere un'ispirazione artistica e creativa che è tra il metafisico e il surreale. L'ultima sua opera, In cammino (cm 80x100), olio su tela (2013), che non esiterei a definire un autentico capolavoro contemporaneo, mostra le zone d'ombra e di luce della sua anima e del mondo contemporaneo. E' un paesaggio dell'anima che rappresenta, tra l'orrore, sia gli errori, i tormenti e i travagli del presente sia il desiderio del futuro. In un paesaggio che sembra astrale due bambini, un maschietto e una femminuccia, voltando le spalle al presente e tenendosi per mano, placidamente e con una pensosità fiduciosa, intraprendono un cammino verso una meta, un paesaggio che si staglia lontano, sul filo dell'orizzonte - una nuova Gerusalemme – dove si intravedono molti alberi, che si elevano verso il cielo, e una città costituita da palazzi e da una chiesa.

I due bambini lasciano alle loro spalle un uccello variopinto (un pappagallo), morto stecchito, giacente supino: il bello, l'eleganza, la parola in questo mondo sono stati aboliti; restano alcuni ciuffi d'erba e alberi contorti, simboli delle paure, degli affanni, delle macerazioni psichiche della società contemporanea, dove più nulla germoglia, tutto è inaridito: il suolo é duro e cupo. I due bambini sono ancora puri e innocenti, hanno il tempo e la possibilità di salvarsi; devono tuttavia percorrere ancora un cammino tra alberi contorti, ma già con i piedi calpestano un prato verde della speranza, su cui si riverbera il giallo della luce proveniente dal fondo. Questo fa da contrasto al paesaggio in primo piano, cioè al tempo presente oscuro, poiché è sovrastato da una fascia di colore roseo tenero, che gradualmente tende al celeste, per divenire un azzurro denso verso l'alto.

Quello che prova, avverte, esprime il maestro Salvatore De Angelis non solo è un'esperienza o una condizione psicologica soggettiva o personale, ma è paradigmatica della società attuale.
Ci sono il senso dell'instabilità del presente, come in una scena da day after, e la fuga verso un ideale di libertà e di serenità, verso un'alba nuova di un nuovo mondo, che si apre lontano davanti ai propri occhi e che costituisce la meta del cammino di chi ha l'anima di un bambino.
“ Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3), dice Gesù ai suoi discepoli e a tutti gli uomini.
L’unica salvezza per i contemporanei è la stessa: salveremo noi stessi e il pianeta Terra, se vinceremo l’aridità del nostro cuore, se lo irroreremo di una carica purificatrice di semplicità, mitezza. Innocenza, amore nei rapporti tra gli uomini, i popoli e le nazioni, se ci avviamo, come i bambini di De Angelis, verso la meta della pace e della fratellanza universale!

Antonio Caiazza