Articolo pubblicato su "EVENTI"
Periodico di Attualità, Cultura & Sport
Dicembre 2013 - Anno XV - N.12

L’ARTE COME RAGIONE DI VITA

Questa cursoria rassegna sarebbe incompleta se ci fermassimo qui, perché c'è un altro ambito tematico che per chi scrive è stato il più imprevisto, e pertanto il più sorprendente e gradito.

Chi conosce il carattere bonario, mite e pacifico del maestro Salvatore difficilmente immagina una tensione anche civile e sociale così forte, che l’ha spinto nell'intero corso della vita a produrre opere di intenso contenuto anche in questo campo. Tre opere del 1978 dal titolo Piatto, siringa e bugia ("Verso l'epilogo", olio su tela, cm 70x50), Conchiglia e alberi ("Il gioco è finito", olio su tela, cm 70x50) e Potere e povertà (olio su tela, cm 70x50) testimoniano una presa di coscienza dell'artista sui problemi che attanagliavano la società di allora (e di oggi): presente, quasi come un logo, l'albero contorto, spesso trasudante sangue, simbolo della società tormentata e violenta; c'è da un lato una mano trafitta da un chiodo, un'altra tesa a chiedere aiuto, di contro altre due stringono tenacemente il danaro (che ha il colore rosso del sangue); ci sono una conchiglia solitaria, un portalampada con fili tagliati, un metro rotto, mozziconi di sigaretta, un piatto bianco vuoto, una siringa, una bugia con candela di cera piegata su se stessa; in tutte le opere c'è una tempesta inquietante di colori sul fondo, come una deflagrazione cosmica nucleare. Sono un'aperta denunzia dei mali del secolo.

In Maternità(olio su tela, cm 100x70, 1980) campeggia una madre con il volto scarno, accovacciata, e regge un bimbo scheletrico e denudato, segno dell'inquietudine con cui il mondo occidentale, ricco e opulento, vive il dramma della fame in alcune sue sacche o nel mondo sottosviluppato: le luci quasi psichedeliche trasmettono angoscia illuminando due alberi rachitici e spogli in primo piano.

Un autentico capolavoro é Mea culpa(olio su tela, cm 70x50, 2005), un j'accuse possente contro la guerra e i guerrafondai: in primo piano appare una livida figura umana a metà, tronca di un braccio (evidente segno dei mali arrecati dalla guerra agli esseri umani), un carro armato mimetizzato si staglia alle sue spalle, simbolo della potenza bellica devastante, a destra campeggia l'albero contorto, rosso come sangue in basso e con chiare luminescenze di bagliori in alto. Sullo sfondo piccole ombre di guerrieri si agitano con armi e bandiere sulle creste delle alture in controluce su una fascia di luce bianca. In alto a si­nistra emergono come spettri da un cielo di un intenso azzurro i volti arcigni di due antichi dittatori guerrafondai, mentre al centro si verifica una deflagrazione dalle tinte rosse e gialle. Tuttavia in tanta desolazione si leva a volo sul fondo cupo una bianca colomba, simbolo di un'im­peritura speranza di pace per il mondo. Per il quale il nostro maestro nutre un profondo desiderio di palingenesi.

Infatti nella tela a olio Il riscatto dell'umanità (cm5Ox6O) alla maniera di Dalì un Cristo crocifisso è visto in prospettiva di fronte e dall'alto, con il piede della croce quasi piantato sul palazzo municipale di Sarno. Si nota facilmente che il paesaggio sottostante é costituito in primo piano dalla parte centrale dell'agglomerato urbano di Sarno (vista dalla Chiesa della Madonna del Carmine) e si dilunga verso il fondo con le squadrature della campagna: il costruttivismo cubista con colori di tonalità sfumate e tinte neutre, comunica la ricerca di una pace interiore.

Questo stesso soggetto é ripreso nel 2007 in Crocifissione Cosmica (acritico su tavola, cm 100x70): Cristo crocifisso che vediamo in basso qui ci volge le spalle perchè guarda verso il cosmo, che è reso magistralmente con pianeti fluttuanti da vicino, stelle lontane, vortici di luci, zone d'ombra e masse di nebulose dalle tinte diverse. Qui si percepisce un atto di fede (forse più salda che nelle sacre rappresentazioni) nel mistero cristiano che il Figlio di Dio muore per redimere, non solo l'umanità terrestre, ma tutto il mondo, creato dal Padre: la Crocifissione è un riscatto per l'Universo intero.

Antonio Caiazza